“Ascolta sette o otto consigli, infine fai come sai tu”: la lezione culinaria in Albania
Soltanto un lembo di mare ci divide. Eppure al Nonno Pasticciere non era mai saltato in testa, fino ad ora, di attraversare l’Adriatico e affacciarsi su una delle coste che negli ultimi anni sta scoprendo e mostrando al mondo le proprie bellezze e potenzialità: l’Albania.
Il nome di questo Stato porta in sé moltissimi significati e possibili interpretazioni. Il popolo albanese chiama la propria terra Shqipëri, collegando il termine al nome dell’“uccello benedetto”, cioè l’aquila (shqipe, shqiponja nella lingua albanese). Anticamente gli antenati degli albanesi si facevano chiamare arbën, ovvero “coloro che lavorano la terra” (da “Ar” che vuol dire terra, campo e “bën”o “ber” che si traduce con “fare, lavorare”).
Che Albania derivi da “albho”, bianco o da “alb”, collina, il Nonno Pasticciere era talmente curioso di curiosare tra le dolcezze di questo paese, che ha preso il suo zaino e si è buttato nuovamente in un’altra avventurosa colazione nel mondo!
Romani, greci, bizantini, turchi ottomani…la cucina è un melting pot di gusti e sapori 🙂
Per il mëngjes (prima colazione), ogni regione “fa a modo suo”. Nell’Albania settentrionale la prima colazione sembra essere costituita da un bicchierino di raki, grappa tradizionale, disponibile in due varietà principali: il più comune raki d’uva e il mani raki a base di more di gelso, mentre nel resto del paese al mattino la gente sopravvive con un caffè espresso.
Fonte: http://worldrecipes.expo2015.org/it/ricetta-trahana_per_la_colazione_albanese_6770.html
In realtà dietro questo modo spartano di iniziare la giornata, si cela una ricerca di dolcezza davvero particolare…
Oltre al bukë e mjaltë (pane e miele), c’è la prelibata trahana, una antica ricetta che ormai in pochi preparano che consiste in crostini di pane amalgamati in una zuppa a base di farina fermentata con lo yogurt, lasciata poi per 10 giorni a lievitare, quasi come se fosse il lievito madre. In Albania si chiama trahana, ma non si conoscono esattamente le sue vere origini, dato che vine preparato anche in Grecia, in Turchia, Bulgaria, Serbia e Cipro.
Fonte:http://worldrecipes.expo2015.org/it/ricetta-shendetlie_dolce_albanese_al_miele_7988.html
Altre prelibatezze sono lo shendetlie, torta di mele e noci, l”hasude, un dolce all”amido davvero molto popolare. In diverse regioni viene finito di cuocere in teglia, in altre nella pentola. Ha una consistenza compatta e gelatinosa, ma allo stesso tempo morbida dentro e croccante fuori.
Il Nonno Pasticciere ha assaggiato anche il kadaif, un tipo di spaghetto molto fine usato per preparare dolci e pasticcini.
È stato inventato dagli Ottomani. I fili sono intrecciati tra di loro in modo irregolare e vengono bagnati con sciroppo di zucchero.
E ancora sulle tavole della mattina il Nonno ha trovato il trilece, un dolce a di pandispagna, con l”aggiunta di tre latti, il latte intero (va bene anche quello scremato o parzialmente scremato, la panna fresca, e il latte condensato. Poi sopra il caramel e la magia è fatta! ??
Fonte: https://twitter.com/mrtantunidoner/status/552095723467321344
…il Nonno Pasticciere ha preso appunti, ma come ricorda un proverbio albanese:”Ascolta sette o otto consigli, infine fai come sai tu”…e il Nonno ci sa davvero fare 😉
Buona colazione 🙂
Alla prossima!
Manuela Piccioni Eleonora Ciambellotti