Colazione a Norcia tra tradizione e “santità”


Colazione a Norcia tra tradizione e “santità”

Il Natale è ormai un ricordo un po” lontano, ma il Nonno ha sempre voglia di festeggiare e con l’occasione è ben felice di continuare il suo “tour gastronomico” in giro per il mondo. Si sa, viaggio e cibo vanno di pari passo e allora zaino in spalla e ci dirigiamo verso Norcia, un comune italiano di 4.889 abitanti in provincia di Perugia. Quale curiosità ci svelerà questa volta?

 

 

Tra pochi giorni, precisamente il 17 gennaio, a Norcia, come in molte altre città d”Italia, si festeggerà Sant”Antonio Abate, patrono dei contadini e degli allevatori e protettore degli animali domestici. I festeggiamenti iniziano con la celebrazione della Santa Messa presso il Monastero delle monache benedettine. Finita l”omelia i pastori, gli allevatori e molta gente con animali domestici si riuniscono nella piazza antistante la chiesa, per la benedizione degli animali. La festa prosegue poi con l’asta delle agnelle.

 

 

Fonte: www.norcia.net

In passato veniva organizzato un pranzo aperto a tutti, soprattutto ai poveri, a chi era di passaggio e a chi non aveva la possibilità di assaggiare la carne se non in quella circostanza.

Aspettando il 17 gennaio, il Nonno curioso “sbircia” tra usanze e antiche tradizioni, proprio a  partire dal nome del paese che ci ospita.

Dire Norcino vuol dire Norcia. Oggi con questo termine si indica l’abile artigiano che produce prelibati salumi, venduti presso le Norcinerie. Storicamente invece questo termine ha indicato l’abitante di Norcia, ma anche il chirurgo della scuola preciana, in altri casi il macellaio; fu anche una maschera teatrale. La vicenda storica del Norcino è molto complessa. Tutte la famiglie contadine possedevano un maiale. La sua alimentazione era costituita da ghiande, granturco, patate, con l’aggiunta degli “avanzi di casa”, come le briciole del pane e tutte le altre poche rimanenze di cibo. Era assolutamente vietato sprecare questi preziosi avanzi, accumulati man mano dentro “lu sicchittu de lu puòrcu”, generalmente sistemato in cucina.

Il suino di casa era ricoverato dentro “lu stallittu” e spesso anche i bambini dovevano occuparsi  di governarlo. Di solito veniva ucciso durante il mese di gennaio e le sue carni lavorate con il favore delle basse temperature. I salumi erano poi messi a stagionare nelle cantine. Il loro consumo era dettato dalla stagionatura: l’ultimo prodotto ad essere mangiato, perché con il tempo di maturazione più lungo, era il prosciutto.

Un appuntamento fondamentale per i Norcini era quello del 16 di agosto. In quel giorno si svolgeva, e si tiene tutt’ora, la fiera di “sienti ‘n può”. Durante quella giornata infatti i Mastri Norcini attivi soprattutto a Roma, Livorno e Pisa arrivavano a Norcia per ingaggiare adulti e giovani, che avevano da poco terminato le scuole elementari, da portare con loro in città come aiuto bottega o “a fà la stagione”. La trattativa per stabilire il compenso del lavoro che i nursini avrebbero svolto in città iniziava proprio con l’espressione “senti un po’ tu…”.

 

 

Il Nonno si sente proprio a suo agio, gli splendidi paesaggi che lo hanno accolto offrono al turista la possibilità di lunghe passeggiate e trekking. Norcia è collocata nel punto di raccordo di due realtà paesaggistiche assai diverse ma contigue: la Valnerina, ovvero il comprensorio della stretta valle fluviale scavata dal fiume Nera e dai suoi affluenti, con le sue pendici montane scoscese ricoperte di vegetazione a foglia caduca, e i Monti Sibillini, la zona montuosa di origine tettonica caratterizzata da vette in grado di raggiungere e superare i 2000 metri di altezza.. Un’esperienza unica è proprio il trekking con i muli. Nelle regioni montane muli ed asini costituivano un tempo il mezzo di trasporto più diffuso tra gli abitanti di borghi e villaggi, oltre che gli animali utilizzati per la raccolta del legname.

Le mulattiere erano le uniche vie di comunicazione all”ora percorribili, strade che oggi sono per lo più dimenticate e spesso ricolonizzate dalla vegetazione.

Gli itinerari proposti , tendono ,a ripercorrere, questi sentieri riscoprendoli e rivalorizzandoli con l”intento di far recuperare per qualche giorno ai nostri ospiti la dimensione di uno spazio e di un tempo che oggi non ci appartengono più…

Tutto, ciò è possibile partecipando ad un insolito trekking: gli animali da soma trasporteranno il materiale da campo e i bagagli più pesanti dei viaggiatori, ai quali non resta che camminare e  respirare pienamente la magica atmosfera dei paesaggi ancora intatti del Parco nazionale dei monti Sibillini. Il Nonno avrà provato qualche itinerario?:)

 

 

Fonte: www.umbriaontheblog.com>

Insomma folklore, artigianato, passeggiate e trekking all’interno di cornici paesaggistiche meravigliose rendono Norcia meta di turismo, insieme ovviamente alla cucina. Sapori semplici e genuini che esaltano le materie prime: tartufo nero, legumi, salumi…

E il dolce? Il nostro Nonno ha bisogno di tanta energia per salutare un nuovo giorno e ricominciare un altro viaggio…tra tante delizie ha scelto di provare proprio il “cioccolatino al tartufo di Norcia”.

Abili artigiani hanno saputo fare del cioccolato, un prodotto caratteristico e assolutamente inimitabile per il suo abbinamento con alcune prelibatezze locali come il farro, la lenticchia e lo stesso tartufo. Tra le specialità ci sono appunto i cioccolatini al tartufo, torroni e anche uova di Pasqua al farro.

E’ proprio nel capoluogo umbro che  sono nati, nel 1922, i famosi Baci e Eurochocolate è senza dubbio l”evento dedicato al cioccolato più importante dell”Umbria, se non d”Italia…ad Ottobre tutti a Perugia 🙂

E allora che ne dite di una colazione nutriente proprio a base di cioccolato? Il nostro Nonno tira fuori dalle sue ampolle magiche essenze e vi regala emozioni culinarie…

 

 

E sì, ce n’è per tutti i gusti! Buona colazione e mi raccomando carichi per il prossimo giro nel mondo!

Manuela Piccioni Eleonora Ciambellotti