Siete pronti per un nuovo mercoledì nel mondo? Il Nonno Pasticciere scala montagne, attraversa mari, comunica con la gente del posto, porta doni in cambio di storie e memorie scritte che gli permettano di scoprire insieme ai suoi lettori angoli meravigliosi della terra.

 

 

Con il suo zaino in spalla e le sue comode scarpe, lascia i profumi nostrani per dirigersi in una terra ricca di incantevoli panorami, la Birmania, stato dell’asia sud-occidentale.

Una volta atterrato, il nostro mago di delizie cerca di rendere uniche e “regali” le sue ampolle di bontà provando a scoprire le usanze in cucina della popolazione birmana… si dirige proprio nella nuova capitale, Naypyidaw, ovvero la “sede dei re”.

La cucina birmana è stata influenzata dalla cucina indiana, cinese e thailandese.Anche a colazione, di solito, viene scelto il salato. Il riso è l”elemento fondamentale di ogni pasto, accompagnato da una scelta di curry (tra i meno piccanti dell”Asia) di pesce, pollo, gamberi e montone, e numerosissime verdure. Solitamente i birmani non mangiano carne suina o bovina, mentre alcuni birmani si astengono dal mangiare qualunque tipo di carne di animali a quattro zampe.

 

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Spesso molti ristoranti servono cucina cinese in quanto quest”ultima richiede meno tempo di preparazione/cottura rispetto ai piatti birmani. Il piatto più conosciuto del Myanmar, venduto praticamente ad ogni angolo di strada, è il “mohinga”, costituito da noodles di riso in una zuppa di pesce. Tradizionalmente è un piatto servito a colazione, ma è possibile trovarlo ad ogni ora del giorno Le tavole vengono impreziosite dai colori della frutta tropicale, solitamente servita come dessert.

 

 

La cultura tradizionale birmana prevede che il cibo venga mangiato direttamente con le mani, anche se negli ultimi decenni si è diffusa l”abitudine di utilizzare sia le posate di tipo occidentale che le bacchette di tipo cinese.
Il thè cinese è, in genere, più apprezzato di quello birmano, che risulta troppo forte, troppo dolce e con troppo latte. Il succo di canna da zucchero è una bibita molto diffusa per le strade delle città.

 

 

Dopo aver soddisfatto la sua curiosità culinaria, il Nonno s’incammina verso Yangon, per ammirare la “Golden Rock“, situata sul monte Kyaiktiyo.
È un pezzo di roccia che si trova in bilico su una montagna per un pelo, anzi per “un capello di Buddha” come vuole la leggenda, probabilmente nata per il fatto che la roccia secondo i primi visitatori riuscisse a stare ferma in bilico per merito di qualcosa di miracoloso. Per questo motivo, circa duemila anni fa, sopra la roccia fu costruita una pagoda, dove migliaia di turisti ogni anno si recano per attaccare una lamina d”oro puro in cambio di un po” di fortuna da parte del Buddha: da qui il nome di Golden Rock. Oltre che alla particolare ubicazione, il posto è molto noto per le sensazioni mistiche che dona il santuario.

 

 

Anche il Nonno riesce a provare quella sensazione quasi magica, fino ad ora sentita solo tra le mura della sua cucina. Chissà quali effetti avrà avuto su di lui questo viaggio, forse ritornerà ancora più ispirato. Ci aspettano creazioni culinarie uniche come questa…!

 


Alla prossima!

Manuela Piccioni Eleonora Ciambellotti