Giochi in classe: riconoscere le emozioni
Il Nonno Pasticciere oggi ha fatto un nuovo esperimento. Nono, niente farina, latte o cioccolato, non si tratta di cucina, ma le ricette da seguire ci sono lo stesso. Dopo i molti giri intorno al mondo alla scoperta dei giochi tradizionali dei vari Paesi, si è posto una domanda molto semplice: “Qual è il luogo dove si apprende divertendosi?”…ma la SCUOLA naturalmente! Così ha deciso di iniziare a girovagare per le classi dei diversi ordini e gradi, per capire cosa accade di così meraviglioso tra quei banchi e quante cose curiose si possono conoscere.
Il Nonno, ascoltando gli insegnanti, ha imparato che non esiste una sola intelligenza, quella legata al sapere, alle nozioni, al “fare”, ma che ne esistono svariate e in particolare ha scoperto l’esistenza della sua intelligenza “preferita”: quella emotiva. Davvero la scuola si interessa anche di questi aspetti? Davvero la scuola nel suo programma crea momenti per lo sviluppo emotivo della persona? Naturalmente la risposta è sì, anche se il Nonno Pasticciere stentava a crederci! E così, si è seduto nell’ultima fila e in silenzio ha seguito queste attività, con occhi e cuore pieni di fascino e gratitudine.
All’inizio le insegnanti hanno spiegato che l’intelligenza emotiva punta allo sviluppo di quelle competenze che permettono di riconoscere le emozioni, sia proprie, sia altrui, di dare loro un nome e di mettere in atto tutte quelle tecniche che ci permettono di gestirle. Successivamente hanno effettuato i seguenti giochi, che in realtà non sono assolute novità, ma si rivelano ottimi espedienti per porre le domande giuste nel modo giusto, ovvero divertendosi!
Fonte: master1305 – it.freepik.com
1. Riconoscere le emozioni: il gioco del mimoA turno, in due o tre alunni inizieranno a mimare una scenetta, nella quale sono presenti alcune emozioni. Alla fine della rappresentazione, si chiederà alla classe quali emozioni hanno riconosciuto, se è sempre così facile individuarle nella quotidianità, se ci sono modi diversi per esprimere la stessa emozione e quali esempi concreti possono portare a supporto delle loro tesi. Ne uscirà una discussione estremamente stimolante!
2. Il termometro delle emozioni
Rappresentate su un cartellone un termometro. Questo può essere grande e valido per tutta la classe, oppure si può consegnare un termometro ad ogni singolo alunno. Si chiede alla classe di realizzare un elenco di situazioni che implicano emozioni. Esempio:
- Il tuo migliore amico si è trasferito accanto a casa tua
- Sei stato invitato ad una festa
- Hai preso un brutto voto a scuola
- I tuoi compagni ti prendono in giro
- Non hai studiato molto bene e in classe c’è l’interrogazione generale
Poi si leggono tutte le situazioni e si domanda ai ragazzi di quanto salirebbe il loro termometro se si trovassero a vivere ciò che state leggendo. Perché le emozioni hanno varie intensità? Da cosa dipendono? Si possono modificare nel tempo? Ecco altri spunti di riflessione interessanti.
3. Il cubo dei sentimenti
Gli alunni sono in cerchio e fanno girare il cubo dei sentimenti, ovvero un grande dado di cartone nelle cui facce compaiono parole come “triste”, “eccitato”, “deluso”, “felice” o un disegno con la corrispondente espressione mimica dello stato d’animo. Ciascuno a turno descrive il momento in cui ha provato questi sentimenti. Un esercizio così concepito dà sicurezza nel collegare i sentimenti alle parole e favorisce lo sviluppo dell’empatia. Quando, infatti, i bambini avvertono che anche gli altri hanno provato i loro stessi sentimenti, si attiva con maggiore facilità la condivisione della condizione interiore degli altri bambini.
4. Le storie
Quando si leggono ai ragazzi dei testi, proviamo a cambiare semplicemente il punto di vista o la richiesta. Concentriamoci sulle emozioni presenti nel brano e non sul logico susseguirsi dei fatti, raccontiamo loro chi sono i personaggi e non solo cosa fanno. E soprattutto chiediamo loro cosa sentono al suono di quelle parole, immaginando quelle scene descritte.
Il Nonno Pasticciere è davvero rimasto a bocca aperta, questo tour nella scuola lo ha stregato…siamo certi che ripeterà l’esperienza così emozionante 😉
Eleonora Ciambellotti