“I pesci vengono presi per la bocca. La gente per la parola”


“I pesci vengono presi per la bocca. La gente per la parola”

Dopo la pausa estiva e alcune “soste” fatta all’aria aperta tra le meraviglie del nostro Stivale, il Nonno Pasticciere ha riempito la sua valigia, pronto per un lungo viaggio e una nuova #colazionenelmondo.

Dal titolo avete per caso un’idea della destinazione…? Questo proverbio è stato il motore che ha spinto il nostro protagonista a percorrere tutto il globo per arrivare in quel posto fatato che racchiude 7107 isole: la Repubblica delle Filippine. Sì, perché il Nonno è di parola e quando parla di bontà e di colazioni vuol sempre verificare che sia tutto “a regola d’arte”…parola sua 😉

Gli abitanti di queste terre, dedicate a Filippo II di Spagna, amano fare una ricca colazione per iniziare al meglio la giornata e fare il pieno di energie. Di solito i filippini “carburano” con pane, riso fritto, uova ovvero il tapsilogtap un tipo di carne salata, si riso fritto, log uova. Il Nonno Pasticciere è rimasto piacevolmente divertito da queste combinazioni culinarie…non è carino anche Kankamtuy: kan (riso), Kam (pomodori) e Tuy (pesce essiccato)?

Tapislog

Kankamtuy 

Fonte: https://www.flickr.com/photos/eleison2010/5993194079/

 

Molto apprezzate sono anche le longganisa, minuscole salsicce, che una volta fritte con sale e spicchi d’aglio prendono il nome di sinangag. Le sinangag unite alle uova, la carne, i fagioli e il mango rappresentano una perfetta colazione filippina.

asianinamericamag.com

 

Un altro alimento famoso in tutto il paese è il Taho, venduto dal Magtatahô, un particolare venditore che all’alba svegliano i filippini come veri e propri “galli” 😀

Taho è uno spuntino fatto di fresco morbid/seta tofu, arnibal (sciroppo a base di zucchero di canna e vaniglia), e perla sago (simili a perle di tapioca).

Un magtatahô porta due grandi secchi in alluminio sulle spalle, montati alle due estremità di una sbarra, quasi come una specie di giogo. In uno dei secchi (quello più grande) porta il tofu, nell’altro, più piccolo, sono contenute arnibal e sago “perle”.

Il Nonno si avvicina affascinato a questa caratteristica e simpatica figura, che inizia a “raccontare” uno divertente aneddoto culinario…ha capito bene che interlocutore aveva davanti 😉

“C’era una volta una bella ragazza chiamata Kabaye. Era alta, aveva occhi neri e lunghi capelli lucenti. Il colore della sua pelle era d’un bronzo dorato.
Una mattina Kayabe stava raccogliendo legna nel bosco, quando le si fece incontro un giovane. Questi aveva l’aspetto di un cacciatore: alto, attraente, vestito con molta cura. Nessuno lo conosceva o sapeva da dove venisse. Neppure si sapeva il suo nome.
Questo giovane piacque subito a Kayabe, e lei a lui. Kayabe non sapeva che quel giovane era un ànito, uno spirito celeste. Presto divennero amici. Una amicizia che andò avanti per un lungo tempo: tanto che Kayabe si meravigliava che il giovane non avesse ancora proposto di sposarla.
Per questo motivo Kayabe si sentiva infelice e confidava al giovane: “Non ho genitori, né fratelli o sorelle. Anche tu sei solo. Sono certa che saremmo felici se vivessimo assieme”.
“Io non volevo svelarti il segreto” spiegò il giovane, “Ma tu devi sapere che io sono un ànito, e non posso sposare una terrestre come te. Io debbo tornare in cielo un giorno!”.
Kayabe a questa rivelazione fu molto sorpresa. Non sapeva cosa dire. Solo tratteneva le mani del giovane strette nelle sue.
“Ti prego, lasciami andare” supplicò il giovane. “Io ho sempre sperato che tu non venissi a sapere chi ero”.
Ci fu un lampo accecante, e il giovane scomparve. Ma la fanciulla stringeva con tanta forza le mani del giovane tra le sue, che questi gliele lasciò. Kayabe, presa da un grande timore, corse a casa e seppellì quelle mani in un angolo del suo giardino.
Dopo qualche settimana Kayabe vide spuntare in quel punto del giardino una strana pianta: un albero che crebbe molto in fretta. Ben presto apparvero dei frutti assai originali: erano di un colore giallo, e sembravano dita di una mano.
Erano il primo grappolo di banane che sia apparso sulla terra”.

(Fonte storia:http://maisong.jimdo.com/le-banane-e-lo-spirito-celeste/)

…non ci credete che le banane siano nate così? Ricordatevi: i pesci vengono presi per la bocca, la gente per la parola!” 😛

Manuela Piccioni Eleonora Ciambellotti