Il “Rosa” va di moda anche in Senegal


Il “Rosa” va di moda anche in Senegal

Il viaggio di oggi, ha portato il Nonno Pasticciere in Senegal, sulle tracce del “rosa”, un colore speciale per il nostro viaggiatore e per questi abitanti africani.
Rosa è il loro lago Retba, così colorato grazie alla presenza nelle alghe (Dunaliella salina) di un batterio alofilo, le cui membrane cellulari contengono dei pigmenti che permettono la colorazione dell”acqua in queste sfumature rosso-rosacee, effetto particolarmente visibile nelle stagioni di secca.

 

 

Nel lago Rosa è molto elevata la concentrazione salina (simile a quella del Mar Morto) la quale impedisce al lago di prosciugarsi attenuando l”effetto dell”evaporazione e permette, grazie alle lavorazioni nelle saline ed al notevole afflusso di turisti, il lavoro di molte persone. Attualmente il lago Retba è sotto esame dal comitato del patrimonio mondiale per l”inclusione come Patrimonio mondiale dell”umanità.

Il salato, si sa, non è proprio il “gusto” preferito del Nonno Pasticciere, che prendendo come pretesto questa meraviglia della natura, si è addentrato nei meandri della cucina senegalese per scoprirne i segreti.

Questa cucina è considerata fra le migliori di tutta l’Africa. Gli ingredienti base di ogni piatto sono il pollo o il pesce, accompagnati da riso e verdure. Ogni regione utilizza spezie particolari e spesso uniche.
Tradizionalmente i pasti vengono accompagnati da tè alla menta. Viene servito anche il vino di palma che, essendo una bevanda fermentata, va bevuto con una certa moderazione. Il toufam è una bevanda a base di yogurt e acqua tiepida. Il caffè è simile a quello turco con l’aggiunta di pepe o cardamomo.
In alcune famiglie non è sempre possibile servire due pasti al giorno e quindi ci si concentra su quello di mezzogiorno, magari sostituendo il pregiato coff del ceebu jén con pesci meno costosi come gli yaboy e limitando moltissimo l”uso delle verdure oppure, lontano dal mare, preparando piatti semplici a base di miglio e tapioca (fecola di manioca). La sera ci si arrangia come si

 

 

Per le famiglie più fortunate, invece, la giornata è scandita da tre pasti. Si inizia ovviamente dal nostro pasto preferito: la colazione!

Le bevande più diffuse sono l”infuso di duté, il latte in polvere e il caffè solubile, alcuni bambini aggiungono al latte il Sénécao (cacao in polvere di produzione senegalese). Qualcuno beve caffè Touba, insaporito con jarr (una spezia aromatica e leggermente pepata) e pochissimi consumano latte a lunga conservazione. Per colazione si mangia soprattutto pane (la tipica baguette francese ormai diffusa in quasi tutto il Senegal) accompagnato da tonno, formaggio, maionese (nella versione tradizionale o in quella, bianchissima, fatta dai Peul con latte e senza uova) e cioccolato. I più affamati si concedono anche un panino con il gruviera, il saucisson di manzo o la frittata. In molte case, comunque, a colazione si riscaldano i resti della cena del giorno precedente.
Si servono inoltre alcuni dolci, tra cui spiccano le “Beignets au coco”, le frittelle al cocco. 

 

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Il Nonno Pasticciere ha “rubato” per voi la ricetta 😉

Beignets senegalais au coco

Ingredienti

1 uovo grande, l’altro
250g di farina 00,
60g cocco rapè,
60g zucchero,
150ml latte (anche quello di cocco),
25g burro sciolto,
3 cucchiai di uvetta sultanina,
1 cucchiaino cannella,
1 cucchiaino di zenzero,
un pizzico di noce moscata,
½ cucchiaino di lievito per dolci,
la scorza di ½ limone biologico (io 1 lime).

Preparazione

Sciacquate l’uvetta e lasciatela in ammollo per mezz’ora circa.
In una ciotola mescolate la farina col lievito, il cocco, lo zucchero e le spezie. Unite l’uovo, il latte e il burro fuso e iniziate ad amalgamare tutto. Incorporate anche l’uvetta sgocciolata e la scorza del limone grattugiata. Io non avevo il limone così ho unito il succo di mezzo lime, perché non ero sicura che non fosse trattato.
Amalgamate bene ottenendo una pastella liscia e senza grumi, rimane molto densa e corposa. Fatela riposare circa un’ora.

Con due cucchiaini formate delle palline di pastella e tuffatele direttamente in abbondate olio di semi (io di arachide) caldo ma non bollente, altrimenti le frittelle si scuriscono subito fuori e rimangono crude all’interno. Friggete poche palline alla volta, a fuoco moderato, rigirandole spesso. Quando sono ben dorate prelevatele con la schiumarola e fatele asciugare su carta assorbente. Servitele calde spolverate di zucchero a velo o cocco.

 

Per gli abitanti del Senegal i pasti rappresentano momenti importanti di condivisione, solidarietà e incontro di tutta la famiglia. È quindi abitudine consumare tutti insieme il pasto principale, seduti su un tappeto intorno allo stesso vassoio. Solitamente ci si serve con le mani dal piatto comune, usando i cereali per raccogliere la pietanza e il sugo; il cucchiaio viene riservato agli ospiti.
Gli ospiti…il Nonno Pasticciere non vorrebbe più lasciare questo Paese, perché agli ospiti è riservato un trattamento davvero “speciale”.
Ospitalità in senegalese si dice Teranga. Lo straniero accolto in casa è coccolato e vezzeggiato, gli sono concessi diritti straordinari, per lui vengono cucinati i piatti migliori, con gli ingredienti più pregiati. I pasti sono momenti molto importanti di condivisione, rafforzano la coesione del gruppo e la solidarietà. Agli ospiti, soprattutto se stranieri, sono riservati i piatti migliori, ben guarniti con verdure colorate e insaporiti con i pesci e la carne più pregiati.
…il Nonno Pasticciere ringrazia davvero i suoi amici senegalesi 🙂

Alla prossima!

 

                                                                                              Manuela Piccioni Eleonora Ciambellotti