Una colazione “per sempre”


Una colazione “per sempre”

Siamo lontani da San Valentino e anche dal Natale, ma il Nonno Pasticciere è in preda ad un”ondata di romanticismo. Chissà, magari questo clima mite ha risvegliato in lui richiami primaverili…Lo sapete bene, l”ingrediente principale di ogni sua ricetta è il cuore. Ma come si fa a “nutrire” il cuore?
Per avere qualche piccolo suggerimento il Nonno ha riempito la sua valigia di pesanti indumenti ed è volato in Groenlandia, per “scaldarsi” un po” in compagnia di qualche amico eschimese!

 

 

Il nome eschimesi è stato dato loro dagli indiani Abnaki e significa “mangiatori di carne cruda“, oggi però preferiscono essere chiamati Inuit, che, nella loro lingua, significa semplicemente “popolo”.

 

 

Questo popolo ha davvero molto da insegnarci su come curare il “cuore”, rispettando tutti i suoi bisogni.
Per chi non lo sapesse gli eschimesi sono molto longevi, grazie soprattutto alla loro “particolare” dieta ricca di omega3, che possiedono proprietà preventive contro le malattie cardiovascolari.
Gli eschimesi assumono molte calorie giornaliere circa 3000, per fronteggiare le difficili condizioni ambientali a cui sono sottoposti. Assumono quindi molti grassi, ma si tratta di grassi buoni, appunto i cosidetti omega 3.
Ma di cosa si nutrono? Pesci, foche e balene, pesci grassi, orsi costituiscono la base della loro alimentazione.

 

 

L’alimentazione comprende anche patè di foca molto aromatizzato, pesce salato ed essiccato e stomaco di renna lesso ripieno di erbe.

Il consumo di pesce è dunque sui 145 chili l’anno e per questo la popolazione eschimese è al riparo da colesterolo alto e trigliceridi.

Gli omega 3 contribuiscono quindi a tenere bassi questi livelli ed a garantire longevità e salute. Anche il sistema nervoso beneficia del consumo di omega 3 e il tono dell’umore.
La colazione non è il pasto principale, anzi, sembra solo l”inizio di una “cura del cuore” che occupa tutta la giornata e fa sorridere 🙂

Ma soprattutto permette agli Inuit di essere dei “buoni partiti” per le nozze 😛

Una volta, il matrimonio non era una scelta, ma una necessità. Ogni individuo doveva fare affidamento su un partner per sopravvivere. I matrimoni erano spesso disposti alla nascita per garantire la sopravvivenza della famiglia. Matrimoni d’amore, o matrimoni per scelta, esistevano, ma molto rari. Con la creazione di nuove popolazioni ed il maggior contatto con il mondo esterno, molti Inuit hanno adesso abbracciato la religione cristiana e il rito matrimoniale “occidentale”. Non si è persa però la tradizione: la cerimonia di nozze consiste infatti ancora oggi in un “finto rapimento”. La sposa simula una vessazione e, quando il futuro marito la rapisce, lei finge di scalciare e urlare, e lo sposo la trascina con la forza…le coronarie devono essere davvero salde 😉
Resta comunque, durante la cerimonia religiosa, lo scambio dei voti da parte degli sposi dove viene recitato un poema:

Canto d’amore eschimese:

Tu sei mio marito,

tu sei mia moglie

I miei piedi correranno con te

I miei piedi danzeranno grazie a te

Il mio cuore batterà grazie a te

I miei occhi vedranno grazie a te

La mia mente penserà solo te

E amerò grazie a te

Una grande caratteristica di questo popolo è l’Inuit kiss, ovvero il “bacio Inuit”, che avviene con lo sfregamento delle punte dei nasi e più precisamente:
“toccarsi con la punta del naso e poi strofinarsi l’uno con l’altro respirandosi”.

 

 

…una colazione del “cuore” che dura per sempre… 🙂 E grazie a questo romantico viaggio si il nostro Nonno ha fatto scorta di dolci ingredienti da custodire gelosamente per le prossime magie culinarie….:)

Alla prossima!

Manuela Piccioni Eleonora Ciambellotti