Le mele artistiche di Tomoko Sato


Le mele artistiche di Tomoko Sato

Qual è il vostro frutto preferito? Ad alcuni piacciono le pesche, ad altri le ciliegie; per qualcuno, invece, le arance sono le migliori. Anche noi oggi vi vogliamo parlare di frutta. Anzi, di un frutto solo, in particolare: la mela.
Protagonista di moltissime storie, a partire dal pomo della discordia nell’Antica Grecia fino ad arrivare a quella avvelenata di Biancaneve, la mela ha sempre avuto un ruolo importante all’interno delle leggente, della storia e del mito.


Foto: Tomoko Sato

Le mele di cui vi vogliamo parlare oggi sono quelle di Tomoko Sato, un’artista che si dedica alla scultura del cibo, e che ha deciso di trasformare questo frutto così conosciuto in una meraviglia ancora più grande.

Tomoko Sato intaglia infatti le mele per renderle una piccola opera d’arte: grazie ai suoi incavi le mele assumono una superficie geometrica, fatta di linee e di curve che si muovono lungo tutta la parte esterna del frutto, e vanno a creare simmetrie e decorazioni che ricordano alcuni importanti fregi delle opere di architettura.


Foto: Tomoko Sato

Ghirighori, tagli netti, giravolte, riproduzioni di foglie, cuori intagliati: tutto questo viene riprodotto sulle mele modificate dall’artista, che rende così ancora più nobile un frutto già protagonista di storie ancestrali.


Foto: Tomoko Sato

Tomoko Sato racconta di aver imparato l’arte dell’intaglio della frutta (e dei vegetali) durante un suo viaggio in Thailandia nel lontano 2004, e da allora ha affinato sempre di più la sua tecnica, arrivando a raggiungere dei livelli di professionalità incredibili.


Foto: Tomoko Sato

Non è infatti per niente facile intagliare la frutta, visto che un piccolo errore nei movimenti può precludere il risultato finale e rendere inutilizzabile il prodotto: una volta tagliato un pezzo, infatti, non c’è possibilità di tornare indietro.


Foto: Tomoko Sato

Sicuramente un hobby non semplice da portare avanti, ma, visti i risultati, probabilmente appagante per gli occhi di chi guarda questi capolavori.

Andreas Marcopoli